Io non lo so che fine abbiano fatto i miei sogni di bambina, o quei tentativi di immaginarmi grande. Guardavo il duemila con occhi innamorati e ripetevo: avrò sedici anni, con l’arrivo del nuovo millennio. Immaginavo una casa assolata da condividere con mia sorella (l’altra era ancora troppo piccina per essere inclusa nei miei sogni ‘da donna’) e le mie amiche. Avrei raccolto la polvere con dei super calzini di lana e annaffiato le piante con i pattini a rotelle, leggera e aggraziata. Ah, non posso non raccontarvi dei miei capelli che sarebbero stati lunghissimi e fluenti, intonati al mio fisico snello. Avrei vissuto in un appartamento bellissimo all’ultimo piano, con tanto di giardino pensile. I soffitti altissimi, il pavimento a scacchi, bianco e nero. Ci sarebbe stata una stanza dedicata alla libreria, con poltrone comode e vissute, i tappeti grandi e di valore. Qualche dettaglio pastello e grandi lampade da terra. La cucina spaziosa, funzionale, bianca e grigia, qualche mensola marrone a spezzare, ciotole e tazze ben in vista. Libri di cucina sparsi pieni di appunti. Di uomini, ovviamente, neanche l’ombra! Tanti gatti, quello sì. Niente sigarette e niente alcool, soprattutto.Poi è successo che la vita è più forte dei sogni strambi di una bambina e le strade sono tante e le scelte pure. Che una decisione crea una catena di conseguenze che non finisce mai.
Text and Photography by Alessia Mirabella. © 2014-2020