Itinerante.
[i-ti-ne-ràn-te]
che viaggia, si sposta da un luogo all’altro.
Siamo partiti con l’idea di una vacanza itinerante e proprio come previsto ci siamo trovati a girovagare in luoghi tanto vicini quanto esotici.
Con un po’ di organizzazione e un atteggiamento piuttosto green siamo riusciti a vivere come selvaggi, dormendo direttamente su spiagge, lungo le anse di fiumiciattoli, sulle sponde di laghetti e al centro di immense vallate, al sicuro dietro l’ombra di un canneto, tra grilli e libellule.
In una sola parola: libertà.
Abbiamo deciso solo quella che sarebbe stata la prima tappa: Giulianova, col suo bel lungomare, giovane e a portata di bambini. Poi abbiamo iniziato a spostarci verso sud, senza avere in mente un’idea precisa, ma decidendo direttamente dall’abitacolo del camper.
‘Ehi guarda amore, lì c’è una stradina sterrata, vediamo dove ci porta’.
E così è stato per tutta la vacanza.
Ed è così che abbiamo potuto ascoltare le storie dei pescatori e dei loro nodi, dei fornai e della pizza ripiena con cipolle e acciughe, di un gruppo di impavidi che a dispetto di tutto avevano deciso di trasferirsi al mare per 4 giorni consecutivi, riparati soltanto da una capanna improvvisata e circondati da mille provviste (che come re magi hanno condiviso con noi).
Ed è sempre così che i miei bimbi hanno potuto giocare con due bimbe russe cercando di comunicare con un buffo inglese, così che abbiamo visto il sole sorgere colorando tutto di rosa, così che abbiamo raccolto un po’ di telline con cui abbiamo preparato delle linguine divine, che quel cucinino a due fuochi mica si fa parlare dietro. Così che abbiamo scoperto un fontanile dove scorreva l’acqua più buona e più fresca che io abbia mai bevuto, così che abbiamo mangiato i fichi che sembravano fatti di miele direttamente dall’albero, cogliendone anche alcuni, che a pizza e fichi mia ci puoi rinunciare in estate.
Così che abbiamo fatto l’amore sotto le stelle, come due folli adolescenti.
Così che abbiamo deciso che non ne potevamo più del caldo di quei giorni decidendo all’improvviso di spostarci verso la montagna, quella con le mucche, quella col vento che di notte ulula. Così che abbiamo indossato una felpa col cappuccio coi piedi ancora pieni di sabbia.
Sono stati giorni intensi, di istantanee custodite gelosamente nei portafogli, di chilometri percorsi e paesaggi naturali e sconosciuti. Solo noi e pochi altri.
Quando siamo rientrati a casa eravamo frastornati e pieni, riposati e grati.
E allora ho preparato questi anelli di cipolla fritti, prendendo la ricetta direttamente da uno dei romanzi che ho letto durante quei giorni.
E dentro quei cerchi perfetti ci ho messo tutto quello che è stato, il segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai.
Onion rings
Ricetta dal libro ‘La lunga notte di Adele in cucina, romanzo ricettario e viceversa’ di Livia Aymonino
Ingredienti per 6 persone
150 g di farina (per me di tipo 1)
1 cucchiaio di sale (per me 1 cucchiaino e 1/2)
1 pizzico (per me generoso) di pepe di cayenna
80 ml di latte
80 ml di yogurt
150 ml di birra chiara
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaio di scorza di limone grattugiata
1 uovo
4 cipolle grandi
q.b. di olio di semi di arachide per friggere
Procedimento
In una ciotola riponi farina, sale e pepe di cayenna. Mescola con la frusta aggiungendo latte, yogurt, birra, succo e scorza di limone e uovo. Fai riposare per una mezz’oretta temperatura ambiente.
Monda le cipolle e e tagliale in anelli spessi circa un centimetro.
Metti abbondante olio a scaldare in una padella dai bordi alti, quando ha raggiunto la giusta temperatura immergi gli anelli di cipolla nella pastella e tuffali pochi per volta nell’olio bollente. Fai cuocere, fino a doratura, ci vorranno un paio di minuti. Fai scolare su carta assorbente, aggiungi un pizzico di sale (per me non è stato necessario), quindi servi.
Consiglio: nella pastella che avanza immergi dei cubetti di pane leggermente raffermi e poi friggi fino a doratura.
Annaffia con fiumi di birra ghiacciata.
Lilli nel paese delle stoviglie dice
signorina mia bella che estate semplice quanto affascinante, sicuramente una delle migliori come solo la liberta’ sa regalare, immersi nella natura, senza orari, scadenza, appuntamenti, godendosi quei tramonti pazzeschi, le storie dei pescatori, un piatto di pasta con le telline che solo immagino la bontà divina, con le stelle a riempire di magia, atmosfera! hai regalato non solo a te stessa ma a tuoi figli un’estate che ricorderanno per sempre, sempre!