‘ Ed è rimasta un attimo così, lieta e pensosa, contro quello sfondo balenante di scrimi bianchi e di abissi paurosi, come se la bellezza di un viso di una donna che scende nel cuore di un uomo sia veramente una delle cose più dure a morire in questa breve, fuggevole vita. ‘
(Antica terra, B. Tecchi, 1947)
Tra i vicoli meravigliosi….
Una finestra sull’infinito…
Al belvedere…
Sempre dal belvedere…
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Panbrioche (veg) con amarene e mandorle
Per l’impasto:
Farina semintegrale macinata a pietra, 450 g
Latte di riso, 190 ml
Lievito di birra fresco, 5 g
Zucchero di canna, 3 cucchiai
Arancia, mezza scorza grattugiata
Olio di semi, 60 ml + un po’
Sale, 1 pizzico
Per il ripieno:
Amarene sciroppate, 200 g (sia frutti che sciroppo)
Per la finitura:
Mandorle pelate, 20 g
Procedimento:
Scalda leggermente il latte di riso; prelevane mezzo bicchiere dal totale e sciogli il lievito di birra assieme ad un cucchiaino di zucchero di canna (sempre prelevato dal totale).
Setaccia la farina e disponila a fontana; grattugia la scorza dell’arancia e aggiungila alla farina assieme ai due cucchiai di zucchero di canna restanti e al pizzico di sale; versa pian piano al centro il latte di riso con il lievito, e sempre impastando, aggiungi man mano il latte rimanente e l’olio di semi. Lavora con energia (almeno 15 minuti) fino ad ottenere un impasto liscio e molto elastico.
Metti il panetto in una ciotola capiente leggermente oliata; copri con un panno in cotone e fai riposare almeno 12 ore a temperatura ambiente.
Trascorsa la prima lievitazione, stendi l’impasto senza lavorarlo fino a formare un rettangolo spesso un centimetro e versaci sopra le amarene con il loro sciroppo (qualche amarena l’ho divisa a metà). Arrotola sul lato lungo. Taglia il cordone ottenuto sempre nel senso della lunghezza e intreccialo, senza stringere troppo, come a formare una spirale. Disponilo in uni stampo di 20 cm di diametro foderato di carta forno.
Cospargi la superficie con le mandorle tagliate a lamelle, copri con un panno in cotone e fai riposare 2 ore, sempre a temperatura ambiente.
Inforna a 180° per circa 40 minuti.
Servi tiepido o a temperatura ambiente.
zia Consu dice
Che bellissime immagini e che sublime ricetta a chiudere perfettamente il cerchio ^_^
Buona domenica dolcissima amica <3
Mirella dice
Alessia tutto Meraviglioso che dire?? Sei fantastica.
Foto che fanno bene al cuore :abilità e passione…. Sei tu!!!!
Alessandra dice
Quanta bellezza nascosta e sconosciuta! Guardando le tue foto mi è venuta voglia di cercare questo posto e visitarlo. Perfetto, credo, in atmosfera autunnale.
Grazie per averlo condiviso con noi! Un abbraccio! :-*
Francesca P. dice
Conosco bene questo posto, la sua magia, il suo essere senza tempo, il suo saper stupire, quella finestra sull’infinito che mette a tacere ogni paura e quelle porte piene di storie a cui voler bussare… solo che non ci sono mai stata in autunno e gli occhi sono rimasti incollati al rosso delle foglie e quindi sì, voglio che si innamori anche il mio sguardo, che colga tutto e si riposi nell’angolo in cui anche il micetto sonnecchia…
Amarene, mandorle, sorrisi… è bella la tua ricetta, completa di tutto, soprattutto di colore nel cuore…
Tamara dice
Quanto Belvedere amica cara.
Una chicca che mancava all’appello dei posti da vedere.
I tuoi cuccioli sono splendidi.
Ti bacio e rubo una fetta di pan brioche ?
saltandoinpadella dice
Fai delle foto tesoro che sono davvero poesia allo stati puro. Rimango incantata…
E sono rimasta incantata anche davanti alle foto del panbrioche. Già io amo le amarene alla follia, se poi non c’è burro ne uova diventa proprio un must da provare
Laura e Sara Pancettabistrot dice
Bella da togliere il fiato ‘la città che muore’….sono anni che voglio andarci, so già che mi innamorerò di ogni vicolo e di ogni pietra, e la vedrò con lo stesso incanto e stupore in cui l’hanno vista i tuoi!
Adoro tutto di questo post, questo pan brioche è il coronamento e la coccola in più, bravissima tu !!
Buona settimana Ale, ti abbraccio!!
L.
Vanessa dice
Ho scoperto la città che muore per puro caso l’estate scorsa su Internet e da allora aspetto il fine settimana giusto per andare a scoprirla di persona. Puoi immaginare il mio sorriso aprendo questo post? E poi il dolce pieno di amarene, che mi ricordano sempre la mia nonnina, e di mandorle, che amo sopra ogni dire! Quanti regali mi fai in una sola volta! Grazie! 🙂 Ti abbraccio!
Margherita dice
Non conoscevo questo posto, sono andata a leggere a giro quale la ragione del suo nome. Mi affascinano sempre storie di questo tipo, e Civita di Bagnoregio con il suo ponte che si percorre solo a piedi é veramente un posto che mi piacerebbe visitare… ma pure una fetta di quella ciambella mi piacerebbe assaggiare, magari in compagnia di quei “4 occhietti” bellissimi attorno… avevo fatto una cosa simile al mio “ritorno dalla maternità”…. mi piace che siamo sulla stessa lunghezza d’onda…. un abbraccio
Lilli nel paese delle stoviglie dice
wow ma che bel posto, sentito nominare ma non avevo idea di come fosse, pare un luogo incantato dove il tempo si ferma e si gode del silenzio, delle camminate per i vicoli ammirando balconi, piante, portoni e giardini! il pane è buonissimo, adoro il mix mandorle e amarene, di solito lo uso nei muffin! ti abbraccio bella mia
e-factor diet scam dice
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