Si è trattato di raccontare, di ricordare. Di evidenziare quei punti salienti che potrebbero fare la differenza. Ho ripercorso questi ultimi anni, sono tornata indietro, ho provato a sollevarmi per lasciare quella prospettiva così soggettiva.
Ho lavato i miei stivali di gomma sporchi di fango, ho asciugato i miei piedi e ho cominciato a percorrere questa strada, immaginandola in discesa. Occhi nuovi e piedi scalzi.
Ho serrato i denti e con le lacrime agli occhi ho osservato i fotogrammi degli ultimi tempi. Quelle soste sconosciute davanti alla tua immagine riflessa nello specchio appeso in camera da letto. Quei silenzi, quella distanza. Quelle battute stonate. L’indifferenza. La forma del tuo corpo impressa sul divano. I piatti sporchi abbandonati sul tavolo assieme alle briciole e alla bottiglia di acqua leggermente accartocciata, senza tappo.
Ho stretto i pugni quando ho incontrato quella coppia che ha provato a rimettere insieme quei cocci piccolissimi. Quel mosaico improvvisato, stuccato con silenzi e rabbia e non detto. Quell’elastico sbrillentato che mai più ci avrebbe tenuti insieme. Poi la follia, il lucchetto, le camicie bianche bruciate assieme ai pantaloni neri, questa nuova serranda da sollevare ogni mattina. Interminabili ore soli, ognuno nel proprio oggi.
Ho allargato le braccia per correre incontro a quei due piccoli gioielli, nati ad un anno di distanza l’uno dall’altro, impegnativi, rumorosi, colorati. I pannolini, i ciucci, le otiti, le notti interminabili. Le risate nella piscinetta gonfiabile. Le prime pappe, il seggiolone bianco e quello rosso, i bicchieri colorati dell’Ikea. Sempre sola, per un motivo o per un altro. Ero sola, condividevo il quotidiano con un’idea, con il pigiama da piegare.
Ho provato tenerezza per quei ragazzi che si guardavano attraverso un caffè al vetro. Ho guardato quel piccolo treno carico di speranze partire.
Ci ho messo giorni a scandagliare il nostro fondale. Troppi dettagli si sono persi, troppe tappe sono state bruciate, troppa sabbia, troppo rumore.
Quello che più mi brucia, quello che non mi perdonerò mai. La mia scommessa più grande, già persa in partenza. E il bello è che non si è trattato di un inganno. Sapevo e vedevo, osservavo e ascoltavo. Una storia personale piena di buchi e una famiglia strana, disconnessa, senza radici, egoista.
Eppure mi sono lanciata con determinazione, ho preparato i cerotti, la solita crocerossina pronta a medicare le ferite. Ma non tutti vogliono esser salvati. E io ho perso la mia scommessa più grande. E ho deluso me stessa. E non riesco a parlarne lucidamente. Perdo ogni proprietà di linguaggio, no so cosa dire né da dove cominciare.
So solo che non me lo perdonerò mai, questo può bastare?
Treccia di sfoglia e pan brioche con pesto di mandorle e pomodori
Per la treccia:
500 g di pasta sfoglia
360 g farina tipo 2
50 ml latte di riso tiepido
3 g di lievito di birra fresco
1 pizzico di zucchero di canna
120 g yogurt di soia
Sale q.b.
Pepe nero al mulinello, q.b.
Per il pesto:
40 g di pomodori secchi al naturale
2 pomodori pelati
1 pizzico di zucchero
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaino di sale
50 g di mandorle pelate leggermente tostate
5 foglie di basilico
50 ml olio evo
Per completare:
qualche mandorla pelata
rametti di timo
foglie di basilico
Sciogli il lievito nel latte tiepido assieme al pizzico di zucchero. Setaccia la farina e disponila a fontana e versa al centro il latte con il lievito. Inizia a mescolare incorporando a poco a poco il resto degli ingredienti: lo yogurt di soia, mezzo cucchiaino di sale fino, una bella macinata di pepe, un cucchiaio di olio evo. Lavora energicamente l’impasto per almeno 10 minuti, praticando pieghe e stiracchiamenti (dovrà risultare omogeneo, liscio e ben elastico). Disponi l’impasto in una capace ciotola leggermente spennellata di olio evo, copri con la pellicola trasparente (anch’essa spennellata di olio), avvolgi in un canovaccio e disponi il tutto nel forno spento per almeno 8-10 ore.
Poni nella ciotola del mixer ad immersione i pomodori secchi al naturale (lasciati in ammollo nell’acqua tiepida per almeno una mezz’oretta, scolati e tamponati), i due pelati, il pizzico di zucchero, le mandorle, lo spicchio d’aglio, il sale, il basilico. Inizia a frullare aggiungendo a filo l’olio.
Prendi la sfoglia e disponila su un piano leggermente infarinato; stendila con il matterello fino ad ottenere un rettangolo, lungo almeno 40 cm. Stendi su tutta la superficie metà pesto. Stendi anche l’impasto brioche delle stesse dimensioni di quell’altro; poggialo sulla superficie della sfoglia, fallo aderire per bene e stendi la restante metà del pesto.
Taglia il rettangolo in tre striscioline e intrecciale tra loro; distribuisci qualche mandorla leggermente tritata sulla superficie, e trasferisci l’impasto con estrema delicatezza su una placca rivestita di carta forno; fai riposare nel forno spento un paio d’ore.
Fai cuocere a 180° per circa 1 ora e un quarto. Attendi che si raffreddi un poco, decora con ramoscelli di timo e foglie di basilico, quindi servi.
Damiana dice
Cosa non ti perdonerai? Ti sei munita di cerotti e pazienza ma… Alessia per curare la solitudine non ci sono cerotti che reggano. Si deve essere in due, bisogna che ognuno si vesta da medico e cercare la cur , da soli, risulta difficile… non puoi fartene una colpa, ma noi donne siamo nate col fardello, col groppone in gola da sempre. Con tutto il cuore spero che il tuo legame, si avvolga come sa farlo questa treccia. Due impasti seppur diversi, che insieme si fondono divinamente
Un bacio grande tesoro
saltandoinpadella dice
Io credo che invece sia quasi un dovere riuscire a perdonarsi Alessia. Nella vita si fanno tanti errori, volenti o nolenti, ed è vero che magari in verità nel profondo lo sappiamo che stiamo facendo uno sbaglio ma lo facciamo lo stesso. E’ normale. Ma non ci si può incolpare del fatto di provarci comunque, di continuare a sperare, magari facendoci anche delle illusioni.
Hai due perle, due cuccioli deliziosi, e questa è l’unica cosa che conta. Goditeli più che puoi e fregatene del resto.
zia Consu dice
Le tue parole mi squarciano il cuore..non vorrei mai saperti così! So che sarà dura andare avanti ma ti vedo già rinascere dalle ceneri più forte e solare che mai…dopo il buio c’è solo la luce, quella vera e sincera..
Ti abbraccio stretta stretta cercando di non farti sentire sola..tvb <3
Marghe dice
Io ti leggo e piango, di tenerezza e dolore. Perchè capisco, perchè quell’impossibilità di perdonarsi la sento. Quel carico di sensi di colpa nel non avere colto, nell’aver ridimensionato, nell’aver insistito, nell’essersi lanciata senza paracadute. però penso che noi siamo tutto questo: siamo le nostre delusioni e le nostre conquiste, le volte che cadiamo, che non raggiungiamo i nostri obiettivi, che il nostro lieto fine diventa diverso da quello che immaginiamo. Ma sempre lieto, prima o poi, sarà. Stringo i pugni, miei e tuoi. E ti voglio bene, con tutta la verità che posso.
Sara e Laura Pancetta Bistrot dice
Ale eccoci qui sedute davanti allo schermo, a leggere le tue parole che ci sono entrate dentro. Si sente tutto da quello che scrivi, come ti abbiamo detto quando ci siamo viste hai un modo incredibile di raccontare,sempre forte e dolce insieme, capace di farti vivere le parole per immagini, è come se vedessimo quello che pensi (ok forse abbiamo un pelo esagerato… ^^ sembriamo medium così!!). Se possiamo dirti la nostra perdonati prima possibile, non voler curare chi vuole solo nutrirsi della sua malattia e lascia che il tempo e la vita siano i vostri dottori. Non pensare di dover decidere tutto, alleggerisci un po’ quel fardello che spegne il tuo sorriso FANTASTICO e liberati perché te lo meriti. Ti meriti di essere leggera in una casa luminosa con 2 sorrisi che si accendono quando ti vedono. Noi nel tuo futuro vediamo tanti regali per te…firmato le pancette medium Un bacio grande cara ALe!!
Michela Menta e Rosmarino dice
Ci sono cose che è difficile perdonarsi quando si è madri, anche se in cuor.nostro sappiamo che non ci possono essere colpe per avere creduto, ignare, al domani.
Questa ferita non ti passerà, ma con il tempo imparerai a lasciare delle cose dietro di te. Lasciarle andare.
Ti sono idealmente vicina.
Lara dice
Ti sono rimasti i gioielli son piccini ma cresceranno e saranno la tua gioia più grande e sempre le due piccole cose per cui è valsa la pena vivere una vita in apnea. Però la fatica è tanta è la sera, quando chiudi la porta di casa e sei sola, tutto quel vuoto crea un nodo che torna ogni volta negli occhi dei bimbi… non ti conosco bene ma mi dispiace, tanto, anche se so che sei una combattente e ne uscirà vincitrice e forte so che sarà un percorso faticoso.
Simo dice
Non dire così. Tu hai fatto tutto il possibile per quello in cui credevi…hai lottato, hai cercato di trovare una via d’uscita, una soluzione che potesse sistemare le cose…a volte però neanche quello serve e non ci si può stare a distruggere per sempre.
Tesoro, non siamo perfetti, gli errori si fanno, a volte ripensandoci ci si dice “avrei potuto fare così…o non fare colà…” purtroppo non si può tornare indietro; l’importante è non stare a crucciarsi, ma cercare di rinascere dagli errori, trovare un senso positivo nella vita che si ha dinnanzi: anche se non è facile, oggi è un altro giorno, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno e proviamo a…”riprovarci” e a “ritrovarci”…
Ti abbraccio forte anima bella.
edvige dice
Non hai nulla da perdonarti guarda quello che hai anche se ti pesa per la mancanza che sarebbe giusta nin manchi ma vai avanti ed i cerotti purtroppo si useranno tutta la vita. Un abbraccio donna e mamma forte e buona domenica. (io sono la gallina vintage)
Margherita dice
Vorrei dirti qualcosa in più di quello che già ti ho detto, perché proprio vorrei farti sentire meglio, ma vuoi che le parole non sono il mio forte, vuoi che lo schermo rende tutto più difficile. La cosa che posso fare é mandarti un abbraccio stretto, e profumato come questa brioche salata. Guarda avanti Ale, sono sicura che la tua strada prima o poi si illuminerà.
Mila dice
Non conosco la tua storia, ma leggendo le tue righe posso immaginare….a dire il vero non so quale siano le parole giuste, non so dove stia il “andava fatto così” “andava fatto colà” “hai fatto tutto il possibile” “si poteva fare di più”…siamo esseri umani e sono certa che hai provato a fare quello che era nelle tue possibilità. C’è che dice che le nostre vite sono già scritte per cui quello che ci succede era già nel nostro destino….non so, ma di certo non è giusto che ti incolpi. Invece credo sia giusto visto che ho letto che hai due cuccioli, che alzi la testa, indossi la più bella maschera col sorriso che trovi nel cassetto e vai da loro e teli godi con tutto il cuore!!!! Col tempo quella maschera cadrà, ma sotto ci sarà il tuo sorriso ad abbracciare i tuoi cuccioli!!!!
E fregatene di quello che dice la gente, ascolta i tuoi cuccioli!!!
Un abbraccio
Tritabiscotti dice
Tesoro, leggo le tue parole e ti sono vicina. Ti ho conosciuta in un momento di solarità e so che tu sei e hai quel sole dentro, che presto tornerà a brillare.
Già i tuoi piccoli gioielli illuminano le tue giornate.
Ti stringo
uno spicchio di melone dice
Woooow ricetta semplicemente MERAVIGLIOSA! Complimenti!
unospicchiodimelone!
Erica Di Paolo dice
Quando non trovi le parole, lascia che siano le tue mani ad esprimersi. Perché lo fai con incanto.
Non mi sento di dire parola alcuna. Ti ascolto, con amore.
Non passavo da qui da un po’. Mi sei mancata…