D’estate il tempo rallentava, diventava pigro, anche i profili delle case sembravano sparire alla luce troppo diretta. Era tutto bianco, non si riusciva a vedere l’orizzonte nelle ore più assolate. Anche le ombre, ridotte a piccoli cerchi timidi, cercavano di nascondersi sotto i piedi.
La scuola era finita e la casa presa in affitto da qualche collega le ospitava quasi sempre per un mese almeno. Il litorale laziale risultava essere irresistibile nel periodo compreso tra giugno e luglio. Le ampie spiagge erano deserte o quasi, ogni tanto qualche motoscafo lontano rompeva il silenzio, i gabbiani volavano liberi. Amavano i giorni in cui il cielo era coperto e le onde crescevano, e la gioia di quelle mattine in cui il bagnasciuga era pieno di tesori nuovi resterà nel loro immaginario un’emozione ineguagliabile.
Le difficoltà economiche c’erano e si sentivano, ma loro non provavano invidia per quei bambini che alle giostre potevano spendere venti gettoni: no, a loro bastava quel giro e un piccolo cono gelato per essere felici. E poi la novità di percorrere strade sconosciute in mezzo a volti sconosciuti e odori nuovi era per loro la più grande delle attrattive.
Vivevano quel mese al mare col naso all’insù, per sentirsi più alte, per cogliere più particolari, per notare le mille sfumature di colore. Era bello persino svolgere le operazioni nel primo pomeriggio, quando al mare non si poteva scendere perché faceva troppo caldo, e poi avevano appena mangiato.
E poi l’acqua, i primi approcci coi tuffi e i cavalloni e le maschere e il boccaglio e gli zoccoli di legno come le signorine. E il leggero colore dorato che si posava sulla pelle e l’attaccatura dei capelli che diventava quasi bianca.
Erano questi i viaggi che facevano quelle tre bambine. Qualche gita al centro storico di Roma, quando venivano i parenti da Novara, era impensabile non lanciare una monetina nella Fontana di Trevi.
E la curiosità di scoprire quello che c’è fuori probabilmente scorrerà per sempre nelle loro vene. E sanno che non basteranno 3 vite per toccare con mano tutto quello che vorrebbero.
Una di loro, trent’anni suonati, ha cominciato da poco ad affacciarsi sul mondo, e lo fa assieme ai suoi due bambini, ad un Vichingo bellissimo, e a Pepe il cagnolino, a cui si è aggiunta anche Guendalina la trovatella. Si muove su un vecchio macinino con due fornelli e un piccolo bagno, e le piace da impazzire questa libertà di spostamento. Il venerdì sera quando si può si parte, se il tempo resta buono nel weekend.
Ci sono così tanti tesori da scoprire là fuori.
Frutta speziata al cartoccio
Ingredienti per due persone
Per la frutta:
1 mela
1 pera
1 arancia
1 cucchiaio di miele
Qualche goccia di limone
2 anice stellato
Qualche lampone
2 ramoscelli di ribes rosso
Nocciole intere, q.b.
1 cucchiaio di marsala
Per la crema di formaggio:
2 cucchiai di robiola
2 cucchiai di yogurt greco
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
Qualche fiore di rosmarino
Qualche goccia di olio extravergine di oliva delicato
Taglia la mela e la pera a spicchi; pela al vivo l’arancia e tagliala a fette. Metti il tutto in una ciotola, condisci con qualche goccia di succo di limone, l’anice stellato e il miele; mescola per bene e poi aggiungi anche i lamponi, il ribes e le nocciole. Unisci il marsala e mescola delicatamente. Lascia insaporire per qualche minuto.
Nel frattempo mescola la robiola allo yogurt greco, condisci con lo zucchero e il pizzico di sale. Amalgama per bene e metti in frigo a riposare.
Disponi la frutta su due fogli di carta forno. Chiudete i cartocci e legateli con lo spago da cucina. Inforna a 190° per circa 15 minuti.
Togli i cartocci dal forno, lasciali riposare un paio di minuti a temperatura ambiente, quindi aprili, aggiungi la crema di formaggio. Versa sulla crema di formaggio qualche goccia di olio evo e completa con qualche fiore di rosmarino, quindi servi.
Debora dice
Difficile spiegare cosa si prova davanti a certe parole. Per un attimo scusami se dimentico le foto e trascuro la ricetta, ma a rapirmi è adesso, tutta quella sequenza così ordinata e precisa i sillabe e lettere che trasformano un racconto in un’immagine, una cartolina, un pezzo di vita.
Oscilli lieve tra ricordi e presente ed è poetica leggiadrìa quella con cui ci parli di te.
Sempre più felice di averti conosciuta.
Ora torno su e delizio anche il palato…
saltandoinpadella dice
Viaggiare è davvero un’esperienza bellissima, stimolante ed elettrizzante. Davvero non capisco le persone che hanno paura di uscire dalla proprio orticello….che non si sa mai cosa possa succedere. Io viaggio molto, cerco di viaggiare il più possibile, ma come dici tu ci vorrebbero molte vite per poter davvero vedere e vivere tutto il mondo che ci circonda. Scoprire nuove cose, nuovi mondi, nuove culture, nuovi modi di vedere le cose, e magari anche nuovi sapori, mi fa sentire viva.
Melania dice
Ci sei in ogni riga. Ci sei anche dietro quelle lettere che giocano a nascondersi, perché timida aspetti a venir fuori.
Ci sei in ogni tua foto. In questi colori del tutto autunnali. E ci sei in quell’accenno di luce che filtra dalla finestra, quasi a non voler scordare la stagione appena andata. Dico sempre che si può anche viaggiare restando fermi. Perché il viaggio, quello vero, parte prima da dentro.
Ti abbraccio mia cara Alessia e ti stringo forte forte da qui. 🙂